Negli ultimi anni, il mondo della SEO ha subìto una trasformazione profonda e radicale.
Se prima il posizionamento si basava quasi esclusivamente sulla scelta e sull’uso strategico delle parole chiave, oggi Google ragiona in maniera molto più sofisticata.

Al centro dei suoi algoritmi non ci sono più soltanto le keyword, ma le entità, che permettono al motore di ricerca di interpretare davvero il significato di una query.

Comprendere questo cambiamento è fondamentale per chiunque lavori nel digital marketing, perché apre la strada a un approccio nuovo, più vicino al modo in cui ragionano le persone piuttosto che le macchine.

 

 

Cos’è una entità per Google?

Un’entità non è una semplice parola, ma un concetto identificabile e univoco, con un significato ben definito, estremamente caratterizzante ed indipendente dal contesto linguistico.

Un’entità può essere una persona, un’azienda, un marchio, un luogo geografico, un prodotto, un evento storico, una data, ma anche un concetto astratto.

Un esempio pratico chiarisce subito la differenza.
Se digitiamo la parola “Apple”, Google non si limita più a contare quante volte la parola appare su una pagina per stabilirne la pertinenza. Piuttosto, identifica l’entità “Apple” come azienda tecnologica, distinta dall’entità “apple” intesa come frutto. Quello che fa la differenza è la rete di relazioni che quell’entità ha con altre entità: Apple è collegata a Steve Jobs, a prodotti come iPhone o MacBook, a competitor come Microsoft e Samsung.

In altre parole, le entità sono i mattoni semantici con cui Google costruisce la sua mappa della conoscenza, ed in questo schema le keyword sono soltanto la superficie, mentre le entità rappresentano i concetti profondi che stanno sotto.

È grazie a questo approccio che il motore di ricerca riesce a interpretare correttamente le ricerche complesse, le domande in linguaggio naturale e le sfumature di significato.

Perché Google ragiona per entità

Il passaggio dalle keyword alle entità non è un semplice aggiornamento tecnico, ma una rivoluzione logica.

Le parole chiave hanno un limite evidente: possono essere ambigue, generiche e poco rappresentative del reale intento di ricerca. Con le entità, invece, Google supera questo limite, offrendo risultati più precisi e coerenti con le necessità dell’utente.

Inoltre, ragionare per entità permette al motore di ricerca di andare oltre l’elenco di link blu e fornire risposte dirette, schede informative e suggerimenti contestuali.

L’introduzione di algoritmi come BERT e MUM ha reso possibile questa evoluzione, perché hanno insegnato a Google a comprendere il linguaggio umano non solo come sequenza di parole, ma come insieme di significati e relazioni, avvicinandosi ancora di più al reale modo di pensare dell’uomo.

 

 

Le implicazioni per la SEO

Per i brand e i professionisti del marketing questo cambiamento è cruciale. Lavorare sulla SEO oggi non significa più soltanto individuare keyword con un buon volume di ricerca e inserirle strategicamente nei contenuti, ma piuttosto costruire un ecosistema semantico intorno all’entità del brand, rafforzando le connessioni con argomenti, prodotti, servizi e tematiche correlate.

Quando un brand viene riconosciuto come entità, la sua autorevolezza cresce e Google lo considera una fonte affidabile, aumentando così le possibilità di comparire in posizioni di rilievo nei risultati di ricerca.

È una questione di identità digitale: non si tratta più solo di “farsi trovare”, ma di essere riconosciuti come un punto di riferimento autorevole.

 

Come lavorare in ottica Entity SEO

Se si vuole essere competitivi in questo scenario, è necessario abbandonare la logica della keyword ripetuta e concentrarsi invece sulla costruzione di contenuti autorevoli, approfonditi e ben collegati tra loro, strutturando il proprio sito in modo che Google possa interpretarlo come un insieme coerente di entità interconnesse.

Anche l’uso di dati strutturati, attraverso Schema.org, diventa strategico, perché fornisce al motore di ricerca informazioni chiare sull’identità di un’azienda, sui suoi prodotti o servizi e sulle relazioni con altre entità.

La gestione della presenza online al di fuori del sito su fonti autorevoli come Wikipedia, Wikidata, portali di settore e social media completa il quadro, rafforzando la credibilità del brand agli occhi dell’algoritmo.

Il futuro della SEO è sempre meno una battaglia di keyword e sempre più un lavoro di costruzione di significato dove occorre saper gestire le entità per avere un vantaggio competitivo notevole.

 

 

Chi riuscirà a posizionarsi come entità riconosciuta e autorevole potrà contare non solo su una maggiore visibilità, ma su una presenza stabile e duratura nell’ecosistema digitale di Google.

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CONTENUTI CHE CONVERTONO: STRATEGIE DI CONTENT MARKETING NELL'ERA DELL'AI

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